Quote di genere? Non piacciono a tutte le donne attive nella politica comunale.
Antwortfreudige Gemeindepolitikerinnen beurteilen die Frauenquote sehr unterschiedlich.
Elena Vanzo - 2018
La presenza femminile nelle giunte e nei consigli comunali è ancora ampiamente sottorappresentata – per quale motivo? In che misura è collegato alle modalità concrete della politica ed alle condizioni di vita delle donne? E cosa si può fare a riguardo?L’Istituto di ricerca sociale Apollis, in collaborazione con Eurac Research, ha condotto uno studio per esaminare in modo approfondito la situazione delle donne nella politica comunale altoatesina, suscitando notevole interesse. L‘indagine ha evidenziato, ad esempio, che le misure di sostegno come le quote di genere sono valutate dalle dirette interessate in modo contrastante.

C‘è ormai un consolidato consenso sul fatto che le donne dovrebbero essere più numerose nelle sedi decisionali politiche e che questo dovrebbe essere promosso anche con misure appropriate. In questo modo si andrebbero a garantire le pari opportunità e si farebbe un miglior uso delle capacità femminili. Ma com‘è la realtà?
Nei 116 comuni altoatesini ci sono circa 1.900 rappresentanti politici, di cui quasi un quarto sono donne. La quota della partecipazione femminile è aumentata di 10 punti percentuali negli ultimi due decenni, non da ultimo anche grazie all‘introduzione a livello regionale delle quote di genere. La legge prevede che nelle liste elettorali ci sia almeno un terzo di candidati/e per entrambi i sessi. Nonostante tutto, la presenza femminile nelle giunte e nei consigli comunali è ancora ampiamente sottorappresentata rispetto al suo peso nella popolazione totale.
Ma perché la situazione è ancora questa e perché le misure di supporto degli ultimi decenni sono riuscite a colmare questa lacuna solo in modo parziale? Una ricerca di Apollis con la collaborazione di Eurac Research ha cercato di rispondere a queste domande. Nei mesi scorsi, tutte le donne attive nella politica comunale dell’Alto Adige hanno ricevuto l’invito a partecipare ad un’indagine online. Il questionario ha indagato su varie tematiche: sulle motivazioni dell’impegno politico, sulla situazione personale e familiare, sulle barriere e fattori di stress, sulla gestione del tempo fino ad una valutazione dell’accesso in politica per le donne e sulle diverse misure di supporto e di promozione.
Che questo sia un tema molto dibattuto ed importante lo si è visto dall’alta partecipazione all’indagine. Il questionario è stato compilato da quasi due terzi delle 500 aventi diritto, tra cui tutte e 11 le sindache e 22 delle 26 vice-sindache.
Questa grande dimostrazione di fiducia verrà ripagata con un’analisi dei dati rigorosa, completa ed accurata. I risultati dello studio confluiranno in una pubblicazione e discussi in occasione di un convegno a cui potranno partecipare tutte le persone interessate. Il fine del convegno è di divulgare i risultati e trarre delle conclusioni appropriate.
I punti centrali di questa discussione saranno senz‘altro le condizioni di vita e le motivazioni delle donne che vogliono impegnarsi in politica. Uno dei risultati emersi dallo studio è che solo il 40% delle donne attive in politica si è candidata per un proprio desiderio, mentre la maggioranza si è candidata a seguito di una richiesta esterna. Anche la valutazione sull‘efficacia delle quote di genere non è univoca: il 44% delle donne è favorevole mentre circa un quarto è decisamente contraria. Questi sono i primi risultati, che lasciano intravedere un dibattito appassionante e produttivo, non appena tutti i dati saranno disponibili.
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